Imagen eliminada.MACERATA, 18/04/2017 - “Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”, le parole del giornalista italiano Gabriele Del Grande, dal 9 aprile bloccato in Turchia in attesa di espulsione, scuotono l’Italia intera che guarda la vicenda del videomaker con sgomento crescente.
Gabriele chiama alla mobilitazione coloro che credono nella difesa dei diritti fondamentali e il GUS Gruppo Umana Solidarietà risponde presente: “intendiamo esercitare ogni iniziativa per riportare a casa Gabriele”, afferma il presidente Paolo Bernabucci. “Le istituzioni italiane ed europee devono uscire da questa incapacità cronica e tornare, o meglio, cominciare, a occuparsi del rispetto e della difesa dei diritti umani”.
“Del Grande non ha commesso reati. È un regista, un operatore dell'informazione ed è considerato una minaccia e un nemico solo da chi vuole il silenzio e l’assenza di voci libere”, conclude il presidente del GUS, che schiera la ONG marchigiana al fianco del videmaker in stato di fermo al confine turco siriano, in attesa di una espulsione che la settimana scorsa veniva data per imminente.
Il giornalista è stato bloccato dalla polizia nella provincia sudorientale dell’Hatay perché sprovvisto dei necessari permessi, mentre cercava d’intervistare dei profughi siriani per il suo ultimo libro “Un partigiano mi disse”, un'opera sulla guerra in corso in Siria “raccontate attraverso l'epica della gente comune in un intreccio di geopolitica e storytelling”, come l'aveva annunciata lui stesso.

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