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Educazione alla cittadinanza globale

Un altro mondo è possibile, gridavano i movimenti qualche anno fa, ma forse un altro mondo esiste già, occorre riconoscerlo e proteggerlo. È questa la sollecitazione più potente emersa da “Per una ecologia della Pace – Accoglienza, Comunità, Intersezionalità”, la consueta riunione nazionale del GUS, Gruppo Umana Solidarietà “Guido Puletti”, l’ente gestore (tra le altre cose) del progetto SAI di Molochio, che per l’occasione, ha scelto proprio il paese dell’Aspromonte calabrese per riunire le dipendenti e i dipendenti di tutta Italia. Una tre giorni, dal 2 al 4 dicembre, di approfondimenti e confronto, formazione e passeggiate, profondità e ascolto per progettare insieme percorsi con i quali ridare significati nuovi a parole importanti ma troppo spesso abusate, come inclusione, pace, ecologia. Insomma, una tre giorni in cerca di “semi” nuovi per il mondo: dal resto Molochio viene al greco malakos che significa malva, pianta di cui il territorio un tempo era ricchissima.

Il GUS ha aperto all’intera comunità alcuni degli incontri previsti, abbracciati dal calore e dall’ospitalità molochiese. Dopo i saluti del sindaco, Marco Giuseppe Caruso, e un intervento di Annarosa Cozza, dei Servizi Sociali comunali, le operatrici e gli operatori del GUS hanno presentato i progetti di accoglienza della rete SAI che gestiscono, attivi in diversi comuni d’Italia, oltre che quelli di cooperazione internazionale (Bosnia Erzegovina e Marocco), e quelli per l’educazione alla cittadinanza globale. Dopo la passeggiata notturna nel centro storico di Molochio, guidati da un appassionante Carmelo Siciliano, presidente dell’Associazione Ekoclub International, la giornata seguente si è aperta con la lectio magistralis a cura di Alfio Nicotra “Il ruolo politico delle ONG”, la lectio magistralis a cura di Alfio Nicotra. Impegnato da sempre nel movimento pacifista e nella lotta al disarmo, amico di Guido Puletti (a cui è dedicato il GUS), Nicotra - giornalista, già co-presidente di Un Ponte Per e componente del comitato nazionale di AOI, rete nazionale delle ONG italiane - è stato tra i protagonisti della mobilitazione contro la guerra nella Ex Jugoslavia e nel Golfo Persico. Il suo impegno concreto e radicale per la pace è stato al centro dell'approfondimento, insieme all'importanza delle comunità per poter agire concretamente nel “rendere il mondo un posto più accettabile”. “Una bellissima assemblea che ci insegna che la solidarietà non vuole arrendersi e cammina su gambe capaci e su teste creative e cuori ostinati e generosi”, ha detto Nicotra al termine della tre giorni.

La giornata è proseguita con il prezioso intervento di Alessia Barbiero, di Re.Co.Sol, Rete delle comunità solidali. Barbiero ha approfondito il tema dei reati di solidarietà, della perseveranza dell’agire per il bene comune e per l’umanità, analizzando gli interventi legislativi, le lacune e le manchevolezze, puntando, però, sulle soluzioni collettive che attendono il campo dell’accoglienza in Italia. Dopo il pomeriggio di formazione e team building, la seconda giornata si è conclusa con l’intervento di Carla Amadeo dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. E con l’intenso racconto di Pietro Bartolo (“Lampedusa. La porta dell’Umanità”), preceduto dai saluti del sindaco di Molochio e di Cittanova, Domenico Antico e di Cinquefrondi, Michele Conia, nonché consigliere metropolitano con delega all'accoglienza. Bartolo, medico di Lampedusa “dei salvataggi e della speranza”, ha restituito il dramma dei viaggi delle tante donne, uomini e bambini che superando frontiere, torture e confini, trovano spesso la morte nel mare. Il difficile ruolo di sanitario dell’isola lo ha portato a prestare assistenza a più di duecentomila persone. La sua toccante esperienza di dolore e spesso di solitudine ha squarciato gli animi dei tanti presenti. Ma ha anche consegnato la responsabilità dell’impegno nel decolonizzare sguardi e agire, rompendo le monocolture dei pensieri, spesso radicate in un razzismo sempre più dilagante nel Paese. Le foto dei salvataggi, la cruente testimonianza delle tante persone arrivate nel minuscolo ambulatorio di Lampedusa hanno però restituito anche la speranza nel lavoro umanitario che tante e tanti strenuamente portano avanti e l’abbraccio corale a chi sa ancora prendere posizione, mettendo al centro della propria quotidianità le persone. La serata si è conclusa nella Piazza di Molochio con le musiche di Gabriele Albanese e il suo “Music impeachment”, accompagnato per l’occasione da Peppe Sapone, e circondati da un affetto travolgente della comunità.

La tre giorni di “Per una ecologia della Pace” è terminata immersi nel Parco Nazionale d’Aspromonte, nel villaggio Trepitò, ancora una volta guidati da Ekoclub.
Molochio ha indicato a tutte e tutti una strada, come esempio di una comunità che non lascia indietro nessuno. La costruzione, o meglio, la ri-costruzione della pace - sociale – dichiarano dal GUS – parte anche da qui: da un piccolo paese dei margini che è capace di farsi centro del mondo, per diventare un porto che sa accogliere, un parlamento in cui insieme siedono giornalisti e scrittori, operatrici e operatori d’umanità, dove dialogare, discutere e ascoltare, formandosi e mettendosi in discussione, dando valore alle persone e trovando strade comuni. Un altro mondo esiste già. Occorre fargli ancora luce, dargli ancora spazio.

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