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Il 29 maggio 1993 un convoglio di aiuti umanitari partito da Brescia e diretto a Zavidovići venne assaltato da un gruppo paramilitare nei pressi di Gornji Vakuf, in Bosnia Centrale, lungo la Diamond Route, sotto il controllo delle Nazioni Unite. Dei cinque volontari che formavano il convoglio - Sergio Lana, Fabio Moreni, Christian Penocchio, Guido Puletti e Agostino Zanotti - tre vennero uccisi, tra cui Guido, e due, Christian e Agostino, riuscirono a salvarsi scappando nei boschi.
Una storia drammatica come, purtroppo, tante che nel corso di quegli atroci anni di guerra hanno insanguinato le strade della ex Jugoslavia e della Bosnia ed Erzegovina in particolare.
Di recente un podcast di Anna Giunchi e Lorenzo Faggi, in collaborazione con Manuela Stura e Simone Lombardi, “Nessun Movente. Cronaca di un eccidio” ripercorre quell’esecuzione consumatasi il 29 maggio 1993, attraverso la voce dei sopravvissuti, Christian Penocchio e Agostino Zanotti, dei familiari delle persone scomparse, di avvocati e giornalisti che avevano già lavorato sul caso (https://altreconomia.it/cronaca-delleccidio-di-tre-pacifisti-italiani-i…).
La vicenda risulta complessa e a tratti inspiegabile. Quello che colpisce noi del GUS, ONG che porta il nome di Guido Puletti, è che l'attivista italo-argentino, accortosi probabilmente prima degli altri di quello che stava per succedere, si è sporto per proteggere con il proprio corpo i suoi compagni. La missione umanitaria, un esempio di Pacifismo Attivo di cui tanto parlava Alexander Langer, era stata organizzata in risposta ad una lettera del sindaco di Zavidovici, nella quale, molto dignitosamente, chiedeva aiuto perché la gente del suo paese stava letteralmente morendo, come se fosse “intrappolata sul fondo di una pentola messa sul fuoco”.
Lo scorso anno, in occasione dei trentennale della morte di Guido e della fondazione del GUS, abbiamo voluto contribuire a mantener viva questa memoria pubblicando il volume “Gruppo Umana Solidarietà in Bosnia ed Erzegovina 1993-2023 - Storie, progetti, relazioni”, che contiene molti degli scritti del giornalista, sulla guerra in ex Jugoslavia, sul pacifismo e sull’attivismo, insegnamenti ancora attuali a distanza di oltre trent’anni.
[Foto scattate a Gornji Vakuf, nei pressi del memoriale dedicato alle vittime. Febbraio 2024]