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Riferito al Progetto

Nasser è un ragazzo nigerino di appena 27 anni, ma la storia della sua vita sembra tratta da un romanzo di Mark Twain.

Nasser nasce e vive in Niger con la mamma, due fratelli più piccoli di 10 e 13 anni ed una sorella di 20. Il padre è morto, il fratello trentenne è sparito, da circa 5 anni non si hanno notizie di lui. Alcuni membri della sua famiglia, lui compreso, lottano contro un malessere che provoca deliri, stati di ansia e crisi di panico e che ha spinto la sorella ventenne a tentare il suicidio. Probabilmente è questo il motivo che ha spinto il fratello maggiore ad allontanarsi improvvisamente dalla famiglia senza dare più notizie di sé.

In questa situazione Nasser si trova a dover provvedere economicamente alla sua famiglia, così decide di spostarsi dal Niger alla Libia. Qui trova lavoro nella fattoria di un benestante arabo che lo riduce in schiavitù per 4 mesi costringendolo a fare lavori durissimi, senza retribuzione alcuna.

Nasser si ribella, ma gli costerà caro. Il suo schiavista lo “vende” ai trafficanti di migranti, che lo mettono su un barcone diretto verso l’Italia.

Sbarca sulle coste siciliane e da qui al CAS di Ragusa. Nasser piange tutto il giorno, si dispera e non sa nemmeno dove si trova. Gli operatori del centro gli parlano del Progetto di Ritorno Volontario Assistito e Nasser comincia a vedere un lumicino di speranza, una piccola luce in fondo al tunnel. Con il progetto di rimpatrio, dopo tanto dolore può ritornare in Niger dalla sua famiglia.

Ad agosto Nasser è ritornato a Tahua nella regione a sud-ovest del Niger. Qui ha incontrato il partner locale Sani Chaibou che si è subito attivato per la realizzazione del suo PIR (Piano di reintegrazione).

Con la prima tranche di €1.000 (dei 2mila previsti dal progetto “Back to The Future”) ha acquistato 20 capi di bestiame (15 caproni, 3 pecore e 2 montoni). Ne ha macellati subito 15 e ha venduto la carne ai commercianti al dettaglio, come si usa in Niger. Ne ha tratto grande profitto economico, ma soprattutto ha fatto passi da gigante verso l’autonomia e il recupero dell’autostima.

Venderà anche i rimanenti cinque capi Nasser e con quello che guadagnerà ne acquisterà altri, per rivenderli durante la celebrazione del Aïd El Kebir, anche noto come Tabaski, ovvero la “festa dell’offerta a Dio” dove le pecore possono essere rivendute fino a 300 dollari.

Sani Chaibou, partner locale del Progetto in Niger ci aggiorna sugli sviluppi del business di Nasser e ci scrive che è molto felice di essere tornato a casa, nel suo paese, dai suoi parenti e dai suoi amici. Finalmente.

La storia di Nasser, dal Niger all’inferno e ritorn
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