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Tutela dei Diritti ed Integrazione

È bastato che in una parte delle forze che sostengono il governo nazionale arrivasse una timida disponibilità a mettere finalmente mano alla legge del 1992 sulla cittadinanza - cosa che permetterebbe a decine di migliaia di giovani figli di genitori immigrati di diventare italiani -, perché nella maggioranza cominciassero a volare stracci. La proposta, tornata d'attualità dopo le performance olimpioniche di tante atlete di origine migrante, resta comunque un’occasione per favorire un’informazione importante nella società.

Un dato più di altri colpisce quando si ragiona di questi temi: sono circa 800mila le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi nati in Italia che non hanno ad oggi la cittadinanza italiana. La concessione dello ius alla cittadinanza dovrebbe essere il riconoscimento di un diritto alla “non discriminazione”. La scuola resta infatti il luogo nel quale tutto questo emerge con forza: il diritto a sentirsi di casa, a essere tutti ugualmente cittadini e cittadine dove si studia ogni giorno il mondo e si impara insieme a stare nel mondo dovrebbe essere uno dei primi a dovere essere garantito. “Lo ius scholae potrebbe essere un primo passo importante per l’abbattimento di quelle fragili barriere costruite per dividere gli esseri umani in privilegiati e discriminati, perché essere riconosciuti formalmente cittadini italiani è un diritto”, ha detto Cristina Martello, responsabile del Gus, al Quotidiano di Puglia. Lo ius scholae di cui si discute in questi giorni sui media (diverso dallo ius soli e dallo ius culturae) lega l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un ciclo di studi. Nello stesso tempo occorre non dimenticare le troppe persone che vivono ai margini, al di fuori dei contesti scolastici e lavorativi, a cui viene negato il più delle volte il diritto a una vita dignitosa.

Sulla stampa locale leccese sulla scia del dibattito ius scholae e cittadinanza italiana sono stati pubblicati alcuni articoli relativi a migranti ex beneficiari del Gus (Abdalla Mohamed e Mavis Abubakar). Di seguito due interessanti articoli apparsi sul Quotidiano di Puglia:

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