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Tutela dei Diritti ed Integrazione

Il Progetto Atelier ha schiuso la porta di un mondo nuovo, che i suoi beneficiari hanno potuto esplorare seppure per poco tempo. Ma una manciata di ore, il fruscio di stoffe sottili, l’odore buono delle pelli naturali, le venature vive del legno, la tenacia degli insegnanti, il senso di appartenenza a una squadra, sono bastati per stregare i più sensibili, i più creativi e i più avvezzi al lavoro costante e duro. Abbiamo raccolto alcune delle loro storie e dei loro sogni, che vogliamo depositare sotto l’immenso albero della vita affinché, chissà, possano un giorno diventare realtà.

Ysouf Sadio, senegalese, 28 anni. Da cinque anni è in Italia e parla abbastanza bene l’italiano. Attualmente è ospite presso la Comunità Emmanuel a Novoli e dopo aver frequentato a Lecce il corso del Progetto Atelier presso l’Accademia di moda Calcagnile è sempre più intenzionato a continuare il percorso di sarto. Il suo sogno è creare un’impresa tutta sua e proporre le sue confezioni. Attualmente lavora presso la Sartoria Casa Francesco a Novoli.

John Ijaodola, nigeriano, 25 anni. E’ in Italia da 4 anni ed è in attesa del permesso per lavoro subordinato. Nel suo Paese ha potuto frequentare solo le scuole elementari, ma una volta qui ha conseguito il diploma di terza media e sta concludendo gli studi
di ragioneria, oltre ad aver preso la patente. Ha frequentato con serietà il corso di pelletteria a Urbisaglia e quello di tessitura di Macerata, dove vive in affitto con altri ragazzi, ma il suo preferito è il primo, con cui ha acquisito le tecniche base per riparare le calzature e produrre sandali. “Vorrei riuscire a diventare autonomo e mettermi in proprio continuando a conoscere e a imparare questo lavoro. Per ora lavoro due volte alla settimana come badante e la metà di quello che guadagno lo invio ai miei cugini in Nigeria per dar loro la possibilità di studiare”.

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