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Satnam Singh aveva 31 anni, era nato nel Punjab, regione del nord dell’India, ed era in Italia da tre anni. Come tante persone di religione sikh lavorava per padroni italiani nell’agro pontino, uno dei territori in cui il caporalato sfrutta e uccide. Viveva con la moglie a Borgo Santa Maria, una frazione di Latina. Lunedì è stato schiacciato da un macchinario a rullo che gli ha tranciato il braccio destro: invece di essere soccorso, è stato abbandonato davanti la sua abitazione con il braccio tranciato poggiato sopra una cassetta degli ortaggi. Mercoledì Satnam è morto. Molti in queste ore lo ricordano come un bracciante, etichetta che non considera uomini e donne persone - con una storia, con i propri desideri, con le proprie relazioni... - ma soltanto braccia da lavoro.
Abbiamo bisogno di fermare quel sistema criminale che uccide. Abbiamo bisogno di mettere in discussione le molte forme in cui cresce il razzismo istituzionale e quello popolare. Le tante iniziative che in queste ore vengono promosse in tutta Italia per la Giornata mondiale del rifugiato possono essere un'occasione per approfondire i temi delle migrazioni, i dati sui rifugiati (tre su quattro sono accolti in paesi a basso o medio reddito...), le cause del razzismo, le politiche (sempre più fragili) dell'accoglienza, ma soprattutto per conoscere uomini e donne che, poca importa se rifugiati o semplici migranti (si potrebbe discutere a lungo la distinzione), hanno una storia, dei desideri, delle relazioni... Il GUS in questi giorni promuove iniziative a Lecce, Andrano, Alghero, San Cesario e Uggiano
Qui le iniziative del Gus per la Giornata del Rifugiato
https://www.gus-italia.org/it/tutela-dei-diritti-ed-integrazione/giorna…