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Mirsada è una ragazza di Sarajevo, atleta e studentessa di Scienze politiche che il 31 luglio del 1992 decide di partecipare alle Olimpiadi di Barcellona. La capitale bosniaca era da quattro mesi sottoposta a un terribile assedio che ha messo a dura prova la vita dei suoi abitanti.
Pochi mesi prima delle Olimpiadi, Mirsada si è consegnata ai guerriglieri cetnici, serbi ultranazionalisti, e per tredici giorni finisce in prigione con quasi nulla da mangiare e da bere, con una fetta di pane e una tazza di tè a rappresentare la razione giornaliera. Dopo due settimane, viene rilasciata, ma le rimane un’ossessione in testa, maturata durante la prigionia: non perdere l’appuntamento con l’Olimpiade. Riprende ad allenarsi e intensifica le sedute in maggio e giugno. Mirsada è scampata per miracolo, durante gli allenamenti, allo sparo di un cecchino. Non si è mai arresa. È diventata un simbolo della resistenza di Sarajevo: la si vedeva correre per le vie della città indossando una maglietta con una stampa raffigurante Topolino. Mirsada riuscirà a partecipare a quell’Olimpiade.
Don Tonino Bello, insieme a Guido Puletti, hanno sfoggiato la bandiera della pace durante la marcia verso Sarajevo il 13 dicembre del 1992, richiamando la forza di Mirsada simbolo di resistenza e caparbietà per la ricerca della pace.
A loro e a tutti quelli che credono che la “pace sia la risposta a molte domande insolute” dedichiamo, grazie al supporto del Comune, la Giornata Mondiale del Rifugiato “Mirsada, Pace ora”, che si terrà ad Alessano (LE) domani, 26 luglio.
L’evento prevede, grazie alla collaborazione della libreria Idrusa, la realizzazione di varie attività: dalla presentazione del libro “Amali e l’albero” con Elisa Maggio e l’autrice Chiara Lorenzoni (illustrazioni di Paolo Domeniconi), ai laboratori per ragazzi, per finire con lo spettacolo di Barbonaggio teatrale “UNOUNO” di Ippolito Chiarello.