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"Avete offerto ai nostri ragazzi l'occasione di scoprire un mondo nuovo. Con questo bagaglio di esperienze, di condivisione e di emozioni sono diventati, ne siamo certi, persone migliori. La vera cecità non è quella della vista, che si può superare come abbiamo potuto constatare, ma è quella del cuore. Grazie, grazie, grazie".
Questo il feedback di una professoressa dell’Istituto di Istruzione Superiore “Presta-Columella” di Lecce che ha partecipato alla Cena interculturale al buio, organizzata dal GUS nell'ambito dei percorsi di educazione non formale intersezionale del progetto GEA, curata dai formatori dell'Unione ciechi di Lecce e dagli operatori del nostro progetto SAI ds/dm. Gli alunni e i professori hanno cucinato seguendo le ricette sudanesi, iraniane e tunisine proposte dai beneficiari del progetto. Gli associati dell'Unione Ciechi hanno gestito la sala completamente oscurata e servito la cena. Il buio ha ribaltato i ruoli, fatto emergere nuove potenzialità sensoriali e portato nuova consapevolezza.
L'esperienza incarnata, l'incontro reale, il cambio di prospettiva, il ribaltamento dei ruoli, restano i nostri strumenti preferiti per lavorare in contrasto alle discriminazioni valorizzando la convivenza virtuosa delle differenze.
Ringraziamo di cuore la pizzeria Zio Giglio di Lecce che ci ha sorpreso, scegliendo di donare 100 puccette senza glutine, non appena il proprietario è venuto a conoscenza degli obiettivi dell'iniziativa.
La cena è stata concepita per permettere agli ospiti celiaci di partecipare in tutta sicurezza, inoltre molte delle pietanze servite erano completamente vegetali.
I partecipanti raccontano:
"Abbiamo finito da poco, splendida esperienza, ha riempito i cuori. Grazie❣️", "Siamo rimasti al buio dalle 7 alle 10, all'inizio mi sentivo spensierato... poi è stato faticoso...alla fine il mio maglione e la tovaglia erano tutti sporchi", "Non riuscivo a capire dove erano le posate, dove i tovaglioli, né quando il cibo nel piatto era finito. Non riuscivamo ad andare in bagno da soli, dovevamo essere accompagnati", "Grazie a tutti per questo meraviglioso percorso", "Non conoscevo nessuno dei piatti, è una sensazione strana non vedere cosa stai per mangiare...".
"Mohamed mi ha chiesto: - Conosci le persone sedute di fronte a te? - No, gli ho risposto. - E come te le immagini? Descrivimele... Così ha cercato di farmi capire come percepisce gli altri, l'aspetto delle persone, a partire dalla loro voce...", "Ho perso il senso dell'orientamento, anche quando mi davano indicazioni semplici del tipo: alla tua destra...", "Grazie a tutti per questa straordinaria opportunità💞".