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“Un’esperienza validissima. In primo luogo, perché capace di perseguire concretamente l’integrazione garantendo un sano confronto tra culture diverse in un contesto in cui i ragazzi possono esprimersi liberamente, senza paura di sbagliare o di essere giudicati. In secondo luogo, dal punto di vista dei i risultati raggiunti in termini di formazione: i prodotti realizzati sono oggettivamente carini e realizzati in maniera orientata alla tutela dell’ambiente. I ragazzi hanno, così, abbracciato e condiviso anche il valore del riciclo”, con queste parole Maria Giovannna Varagona, insegnante e artigiana storica ci descrive la sua esperienza con i beneficiari del Progetto Atelier del Gus.
I ragazzi, durante il percorso, hanno l’occasione di apprendere le antiche tecniche di tessitura che, con forza e determinazione, diffonde Maria Giovanna attraverso l’operato dell’Associazione Arti e Mestieri di Macerata e Camerino e la sede fisica del Museo La Tela di Macerata. Maria Giovanna Varagona è una vera e propria ambasciatrice della indimenticata tradizione tessile locale. Lavora a mano, nel rispetto della tradizione ed è tra le sue mani che i fili s’intrecciano dando vita ad opere uniche: dagli arazzi alle suppellettili d’arredamento passando per l’abbigliamento e gli accessori. La sua attività affonda le radici nel 1986 e, grazie all’esperienza, progettualità, organizzazione e capacità innovativa che contraddistinguono l’associazione, cui fa capo Maria Giovanna insieme con la socia Patrizia Ginesi, vanta collaborazioni nel mercato internazionale dell’Alta Moda (studi, collezioni e/o produzioni per Mila Schon, Valentino, Alberta Ferretti, Chanel, Calvin Klein, iGianni Versace,Piazza Sempione, Bally, Alexander Mc Queen…). e del Cinema (Il Giovane Favoloso di Matteo Martone). L’attività del Museo La Tela non si ferma alla mera esposizione ma diviene fulcro per il fermento intellettuale volto a promuovere l’artigianato artistico nella sua più completa accezione ed in tutti gli ambiti. All’interno del museo non solo sono svolte e promosse attività formative rivolte alle persone più fragili ed emarginate come gli ospiti di comunità di recupero per tossicodipendenti, centri di igiene e salute mentale, comunità di accoglienza, carceri maschili e femminili ma sono sviluppati anche progetti per attività didattiche in corsi tematici sulla tessitura all’interno di numerosi presidi scolastici di Macerata e Provincia e della Regione Marche. L’associazione, ancora, collabora attivamente alle iniziative culturali dell'Università di Macerata.
Ed è proprio in questo contesto in cui la realtà si intreccia con un mondo che rimanda alle mente le immagini delle favole che i beneficiari del Gus si sono approcciati alla tessitura. “I ragazzi sono bravissimi ed entusiasti. Durante il primo corso c’era un ragazzo con innegabili doti che sognava di fare della tessitura il suo mestiere, purtroppo però la necessità di guadagnare immediatamente lo ha condotto ad abbandonare il corso e traferirsi al Nord Italia. Adesso, ospite del Progetto Atelier è un ragazzo pakistano che nel suo Paese d’origine ha lavorato in una fabbrica di ricamo industriale e, comprendendo la sua naturale inclinazione, sin da subito ha iniziato a lavorare sui telai più complessi che consentono la realizzazione di disegni e ricami. Jhon, un ragazzo nigeriano, a fine corso ha ricevuto in regalo un telaio e, sebbene adesso lavori in altri ambiti, torna a tessere per passione”, ci racconta Maria Giovanna Varagona che continua, “Purtroppo i beneficiari fanno i conti con le difficoltà della lingua e con problemi economici che molto spesso li costringono ad accantonare le loro ambizioni perché trovano qualsiasi altro tipo di sostentamento. Le tecniche di tessitura, inoltre, sono talmente complesse che è impensabile che le nozioni apprese durante il corso siano sufficienti ad imparare i segreti dell’arte, ed è proprio per questo che il Museo La Tela continuerà a mantenere aperte le sue porte, anche dopo il termine del Progetto Atelier, per quanti vogliano continuare a sperimentare l’arte del telaio”.
Maria Giovanna Varagona però non si ferma all’insegnamento, non vuole che i corsi rimangano un’esperienza fine a sé stessa. “Abbiamo allestito la prima mostra mercato ad agosto 2021 e partecipato ai Mercatini di Natale- spiega Maria Giovanna Varagona-. Inoltre, abbiamo preso contatti con un’associazione del territorio affinché i prodotti realizzati dai ragazzi possano essere esposti e venduti durante il consueto mercatino, ‘Il Barattolo’, che si svolge una volta al mese a Macerata. Stiamo, poi, prendendo accordi con alcune botteghe solidali disposte a supportare quest’esperienza mettendo in conto vendita o acquistando i lavori fatti dai beneficiari del Progetto Atelier. In tal modo i ragazzi potranno essere immessi in un circuito economico, che inizialmente sarà solo un rimborso spese ma si presenta come un cammino che siamo determinati ad intraprendere”.
La nostra insegnante ha una formazione da assistente sociale, che la spinge ad avere una visione d’insieme e suggerire che “i progetti di formazione come il Progetto Atelier, pur non sminuendone l’indiscutibile valore concreto, potrebbero assumere ancor più rilievo e una preponderante funzione sociale se fossero svolti nel corso del periodo che i ragazzi trascorrono nei centri d’accoglienza. In questo modo si innescherebbe un circolo virtuoso tale da stimolare la voglia di apprendere la lingua e un lavoro, integrarsi e prevenire derive verso la commissione di illeciti innescate dal bisogno”, conclude Maria Giovanna Varagona.