Una piattaforma web-radio-tv “per tirare fuori la voce”, proprio come recita il titolo del progetto “Bogaboxi, voci narranti dal mondo dell’immigrazione”, portato avanti in questi mesi dal GUS Gruppo Umana Solidarietà, in collaborazione con l’associazione Babel e il finanziamento dalla Fondazione di Sardegna.
Il nome Bogaboxi viene proprio dall’espressione sarda “boga boxi”, ossia “tira fuori la voce”, “fatti sentire”. Ed è proprio ciò che hanno fatto i ragazzi beneficiari dei progetti di accoglienza del GUS attivi nel nord e nel sud della Sardegna: hanno tirato fuori la voce per raccontarsi e per conversare con i sardi, grazie alle tecniche audiovisive apprese durante tutte le fasi del progetto.
I migranti sono stati dapprima coinvolti in momenti di formazione, a Cagliari e poi ad Alghero, con i due docenti Andrea Deidda, giornalista di Net-Press, e Paolo Carboni, regista di Areavisuale. E dopo questa prima fase di formazione, nella quale i ragazzi hanno acquisito le competenze per le tecniche di ripresa, per l’utilizzo del software di montaggio, per l’implementazione della piattaforma Wordpress e per la realizzazione del canale YouTube, è seguita l'attività laboratoriale sul campo, durante la quale i partecipanti hanno girato e montato video autonomamente.
Superate le timidezze da videocamera, i ragazzi si sono trasformati da spettatori delle cronache stereotipate dei mass media a protagonisti e autori di un messaggio nuovo, autentico, raccontato senza la lente deformata dei mass media.
Come un patchwork di sguardi, tutti i loro video hanno composto il grande puzzle del sito Bogaboxi.it, il portale di progetto che raccoglie oggi le testimonianze dei beneficiari dei diversi progetti Sprar del GUS in tutta la Sardegna, tra i quali Porto Torres, Sassari, Alghero, Uta, Villasimius.
Ci sono i video di Ndubuisi Okoh, Bello Dungus e Steve Ehiz Umebeata (provenienti dalla Nigeria), Sadat Alhassan e Seidou Razak (dal Ghana), Mamadou Bhoye Diallo e Abdoul Salam Diallo dalla Guinea, del maliano Siranding Mady Sissoko, del mauritiano Ahmed Boudadiya e di Mamadou Bentem Diallo e Camara Sanna del Gambia.