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Loukmane Savadogo, presidente dell’associazione Arbres et Arbustes in Burkina Faso, figlio di Yacouba Savadogo (meglio noto come “l’uomo che fermò il deserto” recuperando tecniche di agricoltura autoctona tradizionale e premiato col Right Livelihood Award 2018) è in questi giorni ospite del GUS.
Lunedì ha incontrato gli operatori e i beneficiari dei progetti SAI e visitato la città di Lecce. Si è discusso di biodiversità, alimentazione sostenibile, arte, lavoro femminile, contrasto alla povertà educativa e della difficile situazione securitaria che il Burkina sta vivendo in questo periodo. Loukmane si è detto emozionato e affascinato dal barocco e dalla capacità di questo territorio di preservare i “monumenti”, comparando questa attitudine alla sua volontà di preservare un Baobab secolare nel suo villaggio.
È previsto un suo intervento alla Notte Verde, la più grande festa pugliese dedicata alla terra e all’ambiente, al via oggi, 29 agosto, a Castiglione d’Otranto (LE), evento giunto alla dodicesima edizione, a cura dell'associazione Casa delle Agriculture, che vede il GUS partecipare attivamente nell’organizzazione in qualità di partner.
Loukmane Savadogo aprirà la serata del 31 agosto nel dialogo “Non moriremo deserto, la resistenza dei popoli e le migrazioni climatiche” con la presidente del GUS, Virginia Meo. L’incontro sarà utile per rendere evidenti ed argomentare nel profondo le motivazioni alla base delle migrazioni climatiche, i rischi della desertificazione e la necessità impellente di una riforestazione globale. Si iscrive nel lavoro di divulgazione già avviato dal GUS in materia di biodiversità ambientale e sociale, autoproduzione di cibo, sostenibilità e migrazioni. Dal 2016 infatti in collaborazione con la Casa delle Agriculture, è stata costituita la Scuola di Agriculture, che mira a dare formazione agronomica nel campo della agricoltura naturale e a orientare i nostri beneficiari e i giovani contadini locali sui diritti dei lavoratori. La presenza di Loukmane Savadogo ci permette di proporre, non solo ai beneficiari dei progetti SAI presenti su tutto il territorio provinciale, un modello alternativo di “successo” a cui ispirarsi, accessibile in termini di identificazione, l’occasione di immaginarsi in un futuro possibile, di valorizzare le culture d’appartenenza e contribuire al miglioramento del territorio.