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“Vivere una sola vita
in una sola città
in un solo Paese
in un solo universo
vivere in un solo mondo
è prigione”
(Ndjock Ngana)
Si sono conclusi i primi due incontri del laboratorio di educazione non formale in contrasto alle discriminazioni su base etnico-religiosa curato dal GUS presso il Liceo Scientifico Statale G. Banzi Bazoli di Lecce.
I partecipanti sono stati sommersi da stimoli, letture, video, immagini e proposte di esperienze che li aiutassero ad aprire lo sguardo, ad allargare i confini.
“Io sono qui come rappresentante di tutte quelle persone che non hanno voce e spazio nei vostri libri scolastici e proverò a farle parlare, a farvi ascoltare la loro voce attraverso la loro scrittura, la loro arte, le loro testimonianze...” ha annunciato Erica Maggiore, la nostra formatrice, mentre aiutava i ragazzi a prendere consapevolezza e decostruire tutta una serie di parole di uso comune che sottendevano un’offesa o una discriminazione, a concepire modi altri di misurare il tempo e lo spazio, modi altri di autodeterminarsi ed esprimere la propria libertà, mentre li accompagnava a comprendere come “tutto nella nostra vita dipende dal nostro sguardo e pertanto i fatti, gli eventi, le persone e la complessità della realtà divengono il banco di prova attraverso cui educare a identità aperte e dialogiche; i luoghi del quotidiano rappresentano luoghi di costruzione di civismo, modi attraverso cui consolidare i propri riferimenti identitari e nello stesso momento essere in grado di metterli in dialogo attraverso la sperimentazione della conoscenza degli Altrɜ, per immaginare e sperimentare nuove possibilità di fare comunità insieme e comprendere come le identità di ciascuno esigano rispetto”.
Il laboratorio si inserisce nei percorsi di educazione intersezionale proposti dal Progetto GEA Global, Green, Generative and Equal Educational Activities coordinato dal G.U.S. Gruppo Umana Solidarietà e cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.